Intervista a Rinor Saliaj, socio di Ciclat Trasporti Ambiente arrivato dall’Albania

Rinor Saliaj è socio di Ciclat Trasporti Ambiente dal 2011. Nato in Albania, è arrivato in Italia nel 1995: “Prima sono stato in Puglia, poi in Abruzzo: ho lavorato in agricoltura, in magazzino, ho fatto il muratore… tutto quello che capitava. Poi mi sono spostato a Ravenna e ho iniziato a fare l’autista per Ciclat Trasporti Ambiente. Ho girato tanto perché cercavo un posto dove stare bene, qui l’ho trovato”. 

 

Da quanto tempo lavori con Ciclat Trasporti Ambiente?
Dal 2002. Ci lavora anche mio fratello, mi sento a casa, in famiglia. Dal 2011 sono diventato socio: per me è stata una bella soddisfazione personale e un aumento di responsabilità. Ho sentito la fiducia e l’apprezzamento della cooperativa, verso di me e verso il mio lavoro di tutti questi anni.

Di cosa ti occupi?
Sono un autista, guido un ribaltabile.

Come si svolge una tua giornata tipo?
Dipende. Noi abbiamo quasi sempre partenze giornaliere da Ravenna, partiamo la mattina e andiamo nei posti di scarico: Toscana, Romagna, Nord italia. Scarichiamo e ricarichiamo, poi torniamo: di solito la sera siamo a casa. Così sono riuscito anche a godermi la famiglia, i miei due figli. Oggi sono grandi, mia figlia ha 25 anni e studia medicina, mio figlio ne ha 20 e fa il meccanico.

Come è cambiato il lavoro in questi ultimi anni?
Un po’ è calato ma non solo qui, in tutta Italia. Penso che dipenda da tanti fattori: le guerre, la pandemia. Ma la cooperativa è solida, abbiamo sempre lavorato.

Cosa ti aspetti nel futuro?
Il futuro… Se finiscono le guerre l’umanità va avanti, altrimenti no. Io conosco la guerra, l’ho vissuta un po’ in Albania negli anni ’90. Una guerra civile, tra fratelli. Quando c’è la guerra le persone soffrono sempre, eppure c’è chi ha ancora voglia di farla.

Com’è stato cominciare una nuova vita in Italia?
All’inizio è stata dura, tutti i migranti in un paese nuovo devono ricominciare da zero. La vita cambia all’improvviso, io in Albania studiavo tecnologie alimentari. Poi pian piano ti inserisci nella società, fai sacrifici e vai avanti. Il popolo italiano è un popolo accogliente, specialmente al Sud ma anche in Romagna. I romagnoli sono brava gente. E oggi sono italiano anche io.

Quando hai ottenuto la cittadinanza?
15 anni fa. L’ho voluta e cercata, secondo me casa tua è dove vivi, dove ti trovi bene. All’inizio ho sentito il razzismo, un po’ di ignoranza c’è. Le stesse cose succedono anche nel mio paese con altri migranti: c’è diffidenza verso chi non conosci. Io ho sempre lavorato onestamente e mi sono trovato bene. Ma man mano la gente ti conosce e ti apprezza.

Cosa ti piace fare fuori dal lavoro?
Mangiare e bere! Mia moglie cucina benissimo, mi ha fatto ingrassare (ride). La cucina albanese somiglia un po’ a quella romagnola, sono entrambe mediterranee. Comunque in Italia c’è la cucina migliore del mondo, se giri un po’ te ne accorgi: in Germania hanno solo patate e wurstel! Viaggiare mi piace, quando posso. Il Nord dell’Albania è il mio posto preferito, ma l’Italia è bellissima tutta. Mi piacerebbe andare in Croazia o in Turchia o in Spagna… perché no, vedremo.